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Tribunale, scatta il trasferimento dei fascicoli. Brumana: “provvedimento folle e irrazionale”

Domani scatta il trasferimento dei fascicoli dal tribunale di Legnano a quello di Milano. E' il primo effetto del provvedimento di Livia Pomodoro. Domani alcuni avvocati e sindaci andranno a Milano a chiedere la sospensione

“Folle, vergognoso e ingiusto”. Sono solo alcuni degli aggettivi usati da Franco Brumana, avvocato e presidente del comitato per il decentramento della giustizia di Legnano, per descrivere il provvedimento di Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano, che prevede il trasferimento delle competenze delle tre sedi decentrate di Legnano, Rho e Cassano d’Adda a Milano.

A sostegno dei sindaci delle tre città contrari al provvedimento si era schierata anche parte del Consiglio giudiziario di Milano (di cui fanno parte il presidente e il procuratore generale presso la Corte d’Appello, una dozzina di magistrati e il presidente dell’Ordine degli avvocati del foro di Milano) che aveva sollevato alcune perplessità. Nei giorni scorsi, però, vi è stata un’inattesa “marcia indietro” ed ora il Consiglio è tutto dalla parte del presidente Pomodoro.

La data prevista per il trasferimento dei fascicoli doveva essere il primo dicembre, ma è stata anticipata a lunedì 28 novembre e il suo primo effetto sarà immediato: le cause penali, difficili da quantificare, quelle civili, che ammontano a 1600 già in udienza, e le nuove, le cosiddette iscritte al ruolo, migreranno verso il capoluogo lombardo.

Solo il 5 per cento resterà a Legnano. Di tutto il Civile rimarrà solo l’esecuzione mobiliare, gli accertamenti tecnico preventivi, i procedimenti cautelari, compresi i sequestri, gli sfratti, la volontaria giurisdizione. “Questo provvedimento è folle e irrazionale. I processi penali – spiega Brumana - non verranno più celebrati a Legnano e cadranno in prescrizione: è un grosso regalo per i colpevoli. La nostra città ha problemi di sicurezza e invece che pensare a rafforzare si va a togliere, non si spreca neanche una parola sull’emergenza del territorio. Ci tolgono tutto".

Ciò che si prospetta è la completa paralisi giudiziaria: il declassamento porterà a privare d’autonomia l’Altomilanese, che diverrà così periferia di Milano. “Il problema - continua - non riguarda solo noi avvocati ma anche le aziende che non verranno più ad aprire da noi: ci sarà un inceppo economico”. Non possiamo dimenticare che gli effetti ricadranno su 250mila persone solo a Legnano, aggiungendone all’incirca altrettanti per Rho e Cassano d’Adda. Si tratta di uno dei più grandi bacini d’utenza in Italia.

Questione non da poco. Le udienze per le cause civili potrebbero subire dei ritardi di due e tre anni, i fascicoli abbandonati chissà dove in qualche corridoio del tribunale meneghino. Brumana dice di aver già dovuto assistere alla disperazione sui volti dei suoi clienti, il cui bisogno a volte è immediato, e quindi non possono attendere anni. Alcuni non riescono a recuperare i crediti dalle banche costringendoli così a licenziare i propri operai. E a Milano cosa succederà?”la sua giustizia si intaserà, basti pensare che solo nella settima sezione arriveranno novecento cause”.

È un circolo vorticoso e a catena che investe tutti e di cui non si vede una fine, una soluzione. Un ricorso al Tribunale amministrativo regionale è previsto e la conferma arriva dal primo cittadino di Legnano, Lorenzo Vitali, che martedì scorso ha incontrato le associazioni di categoria e i sindaci, non solo di Rho e Cassano d’Adda, ma anche dei diciotto comuni del territorio, in modo da giungere a un piano d’azione congiunto.

“E’ un provvedimento iniquo e profondamente sbagliato – dice Vitali - che non rappresenta assolutamente un risparmio, anche perché i locali del Tribunale cittadino andranno sempre scaldati per chi rimarrà a lavorare. La nostra sarà una battaglia al di là degli schieramenti politici”.

Lunedì gli avvocati di Legnano e zona, assieme a sindaci o loro rappresentanti con la fascia tricolore, si dirigeranno in massa a Milano dal presidente Livia Pomodoro “armati” di lettera in cui chiederanno di sospendere il provvedimento, in difesa di una giustizia territoriale che potrebbe essere messa più a rischio, se Legnano in nome del risparmio dovesse perdere anche il giudice di pace. L’Altomilanese non vuole rimanere a guardare al declassamento senza agire e, per evitare tutto questo, si prepara a sfidare Milano.

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