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San Vittore Olona: "Il teatro non si fa per ripicca"

Pino Bravin, ex sindaco di San Vittore Olona, commenta la scelta della maggioranza di non portare avanti il progetto del teatro

La decisione, presa in consiglio comunale dalla maggioranza, guidata dal sindaco di San Vittore Olona Marilena Vercesi, ovvero non portare avanti il progetto del teatro, voluto dalla precedente amministrazione, non piace a Pino Bravin, ex sindaco e ora capogruppo della lista d’opposizione “Vivi San Vittore”.

Facciamo un passo indietro. Pino Bravin, durante il suo mandato, decise, mediante il piano d’intervento integrato, di fare il teatro, capienza 300 posti, nel seminterrato della palazzina dell’impresa Erif costruita all’incrocio tra Corso Sempione e Via Puccini. 1.200.000 era il valore dell’opera, la cui progettazione sarebbe stata a carico dell’impresa. “Il progetto c’era già. La collocazione del teatro aveva lo scopo di riqualificare un quartiere periferico di San Vittore”, dichiara l’ex sindaco.

Il teatro ora non si farà più e al suo posto verranno fatte 5 opere (la pista ciclabile in via XXIV Maggio, la riqualificazione delle piazze Italia e Vignati, l'ampliamento del cimitero e di quello della scuola materna di via Rodari). “La nostra scelta è stata di individuare delle opere secondo la richiesta della cittadinanza. Per noi il progetto del teatro ha sempre avuto diverse lacune e limiti. Per esempio sarebbe rimasta un’opera incompiuta, un teatro è un edificio il cui costo di manutenzione è incalcolabile ed onerosa visti i tempi ed è una zona decentrata”, dice il sindaco.

Il cambio di convenzione tra amministrazione ed Erif fa sì che quest’ultima realizzerà le 5 opere e l’amministrazione gli ha concesso di costruire un’area commerciale di 1500 m/q. “La scelta dell’amministrazione di non fare il teatro è per ripicca e mala amministrazione. La nostra convenzione non prevedeva area commerciale invece loro sì. Si sono sempre fatti paladini dei piccoli commercianti”, incalza l’ex primo cittadino.

Il teatro non è l’unico argomento che fa scaldare l’animo di Pino Bravin, ma c’è anche l’autovelox, tolto nel 2006 per via del decreto Maroni che non prevede gli autovelox fissi. “L’avevano chiamato truffa, la sciagura dei cittadini, ma ora il loro bilancio è tenuto in piedi dai suoi proventi. L’amministrazione non ha progetti, non ha niente nel piatto”, dice.

 

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