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Ospedale e Asl1: uniche partecipanti al convegno in Portogallo

Presentato il modello teorico di "integrazione Ospedale-territorio" ad Oporto in Portogallo. Un unione unica in Lombardia e vincente in cui al centro si pone il paziente fragile

Dopo cinque anni di intenso lavoro a favore dei propri pazienti, per dar loro una maggiore attenzione e cura, il progetto di integrazione Ospedale e territorio voluto dall'azienda di Legnano ha avuto il suo riconoscimento a livello internazionale alla conferenza annuale della European Health Management Association tenutasi a Oporto (Portogallo) dal 22 al 24 giugno.

Unici partecipanti che rappresentavano l'Italia e soprattutto "con una squadra anomale", come l'ha definita la dott.ssa Carla Dotti, direttore generale dell'ospedale.

Infatti l'azienda assieme alla dott.ssa Daniela Malnis dell'Asl1 e a Emanuela Foglia ed Emanuele Porazzi del CREMS (Centro di Ricerca in Economia e Management in Sanità e nel sociale) dell'università LIUC di Castellanza, che hanno avuto il ruolo di collettore e "verificatore scientifico" del progetto "When Hospital and territory are integrated: the story of a successful project"

Ma cosa significa nella realtà integrazione?e in cosa si percepisce il successo dell'ospedale di Legnano?consiste nello spostamento di specialisti dalla struttura ospedaliera ai Gruppi di Cure Primarie (GCP), vale a dire all'interno degli ambulatori dei medici di medicina generale.

"Per gestire le patologie croniche (diabete, ipertensione...) più complesse al di fuori dell'ospedale e per ritardare e accorciare il più possibile una degenza ospedaliera onerosa sotto tutti gli aspetti, diventa fondamentale la sinergia operativa almeno tra il medico di medicina generale e quello ospedaliero", spiega il dott. Antonino Mazzone, direttore della medicina dell'ospedale di Legnano.

I risultati?si evidenzia una complessiva riduzione dei ricoveri del 14 per mille; il paziente si sente così preso in cura e non abbandonato; lo specialista può svolgere in collaborazione con il medico di base un lavoro di qualità allieviando così anche i familiari dei pazienti che non devono correre da un ufficio all'altro perchè si sa è meglio non avere a che fare con la burocrazia.

Un'esperienza unica nel panorama sanitario italiano, frutto di un'integrazione vincente e dimostrata anche dai questionari di gradimento che rilevano altissimi livelli di soddisfazione.

Un ulteriore progetto che ha visto raggiungere un livello di soddisfazione pari al 6.5, quando il massimo è 7, è l' "Ambulatorio-Call center", attivo da un anno.

Esso pone al centro il paziente fragile, l'anziano, e consiste in un equipe di medici e infermieri dell'ospedale, guidati dall dott. Ilario Stefani, che seguono il paziente non solo nel periodo degenza, ma rimangono a disposizione, a fianco del medico di medicina generale e dell'Asl per un periodo di 30 giorni con un ambulatorio e una linea a loro dedicata.

Dall'aprile 2010 al marzo 2011 sono stati seguiti 222 pazienti ai quali sono state fornite al momento e dopo la dimissione 1619 prestazioni che vanno da visite specialistiche ad attivazione dei servizi domiciliari necessari.

Il continuo contatto tra il paziente e l'ospedale ha fatto sì che il numero delle riamissioni si riducessero all'8.5%.

Il prossimo passo di questi progetti?"è comunicarlo alla comunità. Un modello è vincente quando non si è gelosi di comunicarlo, di non volerlo tenere per sè", ammette la dott. Emanuela Foglia del CREMS.

 

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