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Legnano, Consiglio comunale: toni accesi per la discoteca

Toni infuocati l'altra sera all'assise cittadina

L'altra sera, nella seconda serata di consiglio comunale, i toni sono stati più accesi. Dopo l’appello si sono contate 28 presenze. Quattro i punti discussi.

Il primo odg trattato riguardava l’approvazione del regolamento di polizia urbana e, dopo i complimenti per il testo ben fatto da parte del consigliere  (Insieme per Legnano), la discussione si sposta di nuovo sulla discoteca al castello. “Vorrei spiegare cosa è successo in merito all’art. 12, che vietava emissioni sonore in alcune zone della città, fra cui il Castello. Noi avremmo voluto discutere sull’opportunità di fare la discoteca al Castello, ma abbiamo saputo tutto a cose fatte. Volevamo presentare un emendamento per riportare questo articolo nella formulazione originaria, ma non lo facciamo: sarebbe stato bocciato e avrebbe esposto il comune al mancato guadagno dalla discoteca e alla richiesta di risarcimento danni da parte del gestore della discoteca”.

Il sindaco Lorenzo Vitali risentito risponde: “il discorso partecipazione fra noi e voi non avrà mai fine, abbiamo visioni differenti. Anch’io ho posto dei dubbi sull’utilità dell’emendamento. Qui si parla di patrimonio indisponibile. Se l’area non va bene per una discoteca alcune sere allora non va bene neanche per le feste che facciamo d’estate. Qui vogliamo rendere fruibile il Castello per un ritorno economico al comune”. Il consigliere del PD Stefano Quaglia incalza: “Anche il PD non presenterà alcun emendamento. Tuttavia è singolare che un regolamento ben fatto, che noi approvavamo nella versione originaria, sia stato modificato. Il comune deve dare delle regole anche a se stesso, deve stabilire in quali aree della città non si possa in ogni caso fare musica ad alti livelli”. Dopo una discussione senza fine la parola è passata al Comandante della polizia locale Ruggeri, presente per l’approvazione del regolamento che lo riguarda, che tranquillizza i consiglieri assicurando che non ci sarà alcun rischio. Dunque la votazione ha inizio: 23 favorevoli, 5 astenuti (PD e SL). Regolamento approvato. Approvato anche il regolamento di disciplina delle attività di somministrazione di alimenti e bevande.

La discussione della serata si è maggiormente spostata al terzo odg: la definitiva "dimissione" da parte del Comune del CFP, il Centro di Formazione Professionale, gestito per un solo anno dall'Agenzia presieduta da Luciano Guidi, invitato a salire tra i banchi della giunta, ma mai interpellato. Il sindaco dapprima fa i complimenti al presidente perché la perdita economica è stata contenuta e chiede di votare la suddivisione del CFP in 3 attività: riportare al comune le attività di orientamento, mantenere il servizio formazione autonomia (SFA) disabili al comune ma cedendo la gestione, dismettere le attività del CFP attivando il più possibile i criteri di sussidiarietà orizzontale.

Secondo l’opposizione la scelta di dismettere l’attività del CFP non fa onore all’amministrazione, dice Marazzini, e soprattutto perché il futuro dell’azienda è nebuloso. “È sbagliato dismettere questa agenzia per la formazione e l’orientamento. Si è detto che la vendita del CFP è strategica, piuttosto qui si sta dismettendo un gioiello. Per voi è un onere, per noi è una risorsa. Siamo fortemente contrari alla vendita”, dichiara Michele Ferrazzano del Pd. Ornella Ferrario (IPL): “esprimo rammarico per questo tipo di decisione. Quelli che sembrano solo costi sono in realtà investimenti sulla formazione”. Il Sindaco motiva: “in questo momento le risorse scarseggiano sempre più. La formazione professionale non è competenza dei comuni, mi voglio concentrare sui compiti essenziali del comune. Dobbiamo smagrire la macchina burocratica amministrativa. Altrimenti il comune dovrebbe aprire licei e ospedali. La linea di Ferrazzano io l’ho sposata 10 anni fa, ma la fondazione fu affossata dalla consigliera che siede accanto a Lei”. Tuttavia risultato votazione: favorevoli 18, contrari 10. La vendita?approvata.

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